In piazza contro l’accusa di strage – Sabato 12 dicembre

LE STRAGI SONO DI STATO

Oggi e’ il 12 dicembre. Cinquantun anni fa, nel 1969, in una Piazza Fontana piena di lavoratori, pendolari, impiegati, gente comune, scoppiava la prima bomba di Stato.

Da allora le stragi di Stato non hanno mai smesso di susseguirsi: talvolta con clamore – come la strage del 2 Agosto – talvolta ovattate dalla sigla rassicurante del TG che trasmette l’ennesima notizia dell’ennesimo morto sul lavoro, l’ennesimo naufragio nel Mediterraneo, l’ennesimo detenuto suicida o ammazzato di botte (come i 14 morti nelle rivolte nelle carceri di marzo), l’ennesimo morto di Covid.

Lo Stato ha molti modi di manifestarsi ed uccidere: basta incappare nella volante sbagliata al posto di blocco sbagliato, nell’ospedale sbagliato con la malattia sbagliata, nel continente sbagliato con il desiderio di una vita “normale” che porta decine di migliaia di esseri umani a scappare da guerre e stermini perpetrati in nome del profitto… il rischio e’ altissimo.

Del resto e’ proprio questo che determina cosa sia una strage: provocare la morte indiscriminata di innocenti, la cui unica colpa e’ gioco-forza quella di trovarsi tra le file degli sfruttati.

Non tutti pero’ accettano questo orizzonte. Nessuno dovrebbe. Non tutti accettano il rischio di diventare l’ennesimo morto di Stato: qualcuno ha riconosciuto lo Stato come responsabile della violenza indiscriminata a carico degli sfruttati ed ha deciso di chiederne conto. Anna e Alfredo sono compagni rinchiusi in carcere con l’accusa, tra le altre, di strage per un ordigno contro la caserma allievi di polizia di Fossano; Juan, per un ordigno alla sede della lega di Treviso.

Lo Stato stragista accusa i suoi nemici di strage, ribaltando i ruoli in un maldestro e pericoloso tentativo di far dimenticare cosa siano state davvero le stragi dal 1969 ad oggi, e chi ne siano i reali responsabili.

I reali responsabili li abbiamo costantemente davanti agli occhi: portano una divisa, delle toghe, dei costosi soprabiti che fanno bella figura in Parlamento. Chi riconosce come responsabili loro e le strutture di cui fanno parte non compie stragi, perché non colpisce indiscriminatamente chiunque, ma ha l’obiettivo bene a fuoco.

SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI ACCUSATI DI STRAGE

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