merc 20 marzo – Cena autofinanziamento a sostegno della stampa anarchica

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OPPORSI ALL’ESTRADIZIONE DI ANAN, OPPORSI AL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESE!!

Opporsi all’estradizione di Anan significa opporsi all’abominio che è il carcere ad ogni latitudine, significa essere solidali con tutte le persone che subiscono la repressione e con tutte le persone recluse. Significa stare al fianco della resistenza del popolo palestinese. Significa provare a inceppare quella democratica macchina da guerra che si manifesta non solo con bombe e armi ma anche, davanti a noi, con telefonate tra ministeri degli interni, accordi economici e collaborazioni tra sbirri.

Anarchiche e anarchici contro la guerra

Qui sotto da scaricare, diffondere  e condividere le locandine in italiano, inglese e francese.

 

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Bologna, un 270 tira l’altro. Aggiornamenti su alcuni procedimenti in corso

BOLOGNA, UN 270 TIRA L’ALTRO.
AGGIORNAMENTI SU ALCUNI PROCEDIMENTI IN CORSO

Sull’inchiesta per 270bis in corso
A fronte dell’autorizzazione al prelievo coatto di DNA, firmata dalla GIP Roberta Malavasi, alle/i indagate/i è stato notificato un ordine a comparire per la fine di dicembre.
In questa prima fase, per coloro che si trovavano a Bologna, l’appuntamento si è svolto in modo pressoché identico. Giunti in caserma gli sbirri preposti al prelievo, verificato che non si fosse accompagnati dal proprio avvocato e che ci si rifiutava di attendere l’arrivo di un legale d’ufficio, hanno proceduto con una denuncia per “rifiuto di adempiere all’ordine dell’autorità” (art. 650)
Sulla base di un ulteriore decreto autorizzativo firmato dallo stesso giudice, alle/i indagate/i è stata notificata una nuova data per metà gennaio.
In questa seconda fase, la maggior parte delle/i indagate/i si è presentata all’appuntamento pur senza collaborare in alcun modo al prelievo.
Quanti avevano invece scelto di disertare del tutto l’ “ordine a comparire”, a metà febbraio sono stati prelevati a casa o sul posto di lavoro, sulla base di un accompagnamento coattivo.
Ricordiamo che il pretesto per questa operazione di schedatura sarebbe il ritrovamento di materiale biologico su un accendino “rinvenuto in prossimità del luogo dei fatti [in riferimento all’incendio dei ripetitori di Monte Capra], risultato appartenere (il profilo) ad un soggetto ignoto di sesso maschile”. Per questo fatto sono indagati/e solo 5 tra i/le 19 compagni/e, coinvolte/i nell’indagine.

Riportiamo il testo di un breve volantino distribuito, tra gli altri, al presidio del 19 febbraio “Contro la guerra esterna, contro la guerra interna, contro la schedatura genetica”:
A Bologna la caccia dei carabinieri del ROS al DNA anarchico continua. A tutti gli effetti si tratta del tentativo di realizzare una vera e propria schedatura su base ideologica: più DNA a disposizione significa più possibilità di sfornare indagini e processi.
Si parte da un fatto, avvenuto nell’estate 2022, un attacco incendiario ai danni di alcuni ripetitori, in opposizione alla guerra in Ucraina e alla imposizione del 41bis al compagno anarchico Alfredo Cospito. Il fatto, contestato a cinque compagni/e, ha fatto da pretesto per una schedatura che coinvolge ben 19 persone, a loro volta fatte oggetto di sospetto perché, a vario titolo, coinvolte in lotte anarchiche o contro il 41bis.
Di fronte al ricatto del prelievo coatto ciascuna delle 19 persone ha dovuto scegliere, in base alle proprie possibilità e condizioni di vita, se cedere il proprio DNA o meno. Attualmente almeno tre persone hanno scelto di non collaborare in modo assoluto, di non subire il ricatto. Hanno scelto di non presentarsi all’appuntamento dato per il prelievo coatto, di non cedere quel microscopico pezzo di loro utile ad agevolare questa e successive sporche indagini. Verso di loro è quindi stato disposto un accompagnamento coatto. Volanti e sbirri sono stati sguinzagliati alla loro ricerca, prelevandoli/e da casa, o dal lavoro, trasportandoli/e in caserma, aprendone a forza la bocca alla presenza di ignoti avvocati di ufficio a far da garanzia legale a questa violenza.
Questi compagni/e hanno tutto il nostro sostegno. Nell’affermarlo ribadiamo la nostra opposizione:
– alla schedatura genetica, che sia o meno su base ideologica
– a pratiche ammantate di certezza scientifica, ma di fatto basate su calcoli di probabilità e il cui solo scopo è arrivare a condanne facili verso i soliti sospettati.
– a una tecno-scienza che ci identifica come codici parziali, usata come arma in mano a inquisitori tutt’altro che degni di fiducia.
Ancor più in questi tempi di guerra crediamo che la solidarietà e la lotta siano l’unico argine possibile contro chi uccide, sfrutta affama e reprime.
Solidali con chi ha subito il ricatto del prelievo forzato.
Complici con chi ha deciso di opporsi.

Chiusura indagini per i due cortei dello scorso inverno in solidarietà ad Alfredo e contro il 41 bis
In questi mesi abbiamo appreso della conclusione delle indagini per i due cortei che lo scorso inverno si erano svolti in città in solidarietà ad Alfredo e contro il 41bis e l’ergastolo ostativo.
Alfredo, tutt’ora detenuto in 41bis, era allora in sciopero della fame già da mesi, le sue condizioni fisiche si stavano deteriorando. All’interno della campagna internazionale che aveva coinvolto tantissime persone, non solo anarchiche/i, chi era in questa città aveva deciso di contribuire scendendo in strada in modo determinato, indicando alcuni dei responsabili della miseria quotidiana di questo mondo, portando solidarietà ai detenuti del carcere minorile del Pratello che in quel periodo avevano scelto di rivoltarsi contro le angherie subite.
Per il corteo del 21 dicembre 8 compagne/i, non solo di Bologna, sono accusati a vario titolo di corteo non autorizzato, imbrattamento, danneggiamento, resistenza, accensioni pericolose e porto di oggetti atti ad offendere.
Per il secondo del 19 gennaio 2023 le/i compagne/i coinvolti sono 16, la maggior parte della provincia di Bologna e Forlì. Le accuse sono di manifestazione non autorizzata, danneggiamento, imbrattamento, accensioni pericolose, porto di oggetti atti ad offendere, violenza privata, diffamazione, contraffazione e diffusione di notizie false.
Le parti offese sono lo Stato Italiano, il comune di Bologna, alcuni istituti di credito tra cui Intesa San Paolo, Eni Enjoy, TIM e il Resto del Carlino.
Entrambe queste indagini sono state condotte dalla DIGOS che, evidentemente, non poteva proprio rimanere a mani vuote.

Sull’udienza preliminare dell’Operazione Ritrovo
Il 21 febbraio 2024 si è tenuta presso il Tribunale di Bologna l’udienza preliminare dell’Operazione Ritrovo, avviata dai ROS nel 2018 e coronata nel 2020 da 7 arresti e 5 obblighi di dimora con rientro notturno con le accuse di 270 bis, istigazione a delinquere, incendio, danneggiamento e imbrattamento. In sede di riesame, a fine maggio 2020, l’accusa di “associazione sovversiva con finalità di terrorismo” era caduta, le misure cautelari ridimensionate ad obblighi di dimora con rientro notturno per alcunx e, per altrx, venute meno. Nei mesi successivi erano state avanzate richieste di sorveglianza speciale per 7 compagnx coinvoltx in questa vicenda; solo una è poi andata in porto (per la durata di 2 anni e con obbligo di dimora nel comune di Bologna) a carico di un compagno accusato di essere stato l’autore dell’incendio di un ripetitore nel 2018, fatto inserito tra le cartacce dell’operazione Ritrovo.
I fatti qui riassunti, va ricordato, sono avvenuti nel periodo successivo al lockdown del 2020, alle rivolte nelle carceri e alla solidarietà che ad esse è seguita. Il PM Dambruoso, nella conferenza stampa successiva agli arresti, aveva apertamente sbandierato la natura preventiva delle misure cautelari attuate. Dopo mesi di restrizioni e divieti imposti a tutta la popolazione per l’emergenza COVID lo Stato dichiarava apertamente il timore che la rabbia sociale potesse deflagrare, non solo internamente alle galere (come avvenuto durante le rivolte) ma anche fuori. Se dentro le gabbie le guardie non si erano fatte scrupolo di reprimere a suon di botte e torture le legittime richieste e preoccupazioni delle persone detenute, arrivando ad ammazzare 14 persone, fuori lo Stato aveva la necessità di tenere sedate le coscienze instillando paura e minacciando con la repressione. In tal senso le misure cautelari richieste a Bologna a carico di 12 anarchicx dovevano essere un monito verso chi non accettava di buon grado le forme di controllo sociale sperimentate dallo Stato durante i lockdown, e ancor più verso chi ancora credeva che fosse quantomai necessario continuare a lottare.
A distanza di quasi 4 anni si è tenuta l’udienza preliminare. Un’operazione partita con il roboante 270 bis vede ora il rinvio a giudizio di 10 compagni per i soli capi d’imputazione di imbrattamento e danneggiamento. Per l’ istigazione a delinquere (manifesti e scritti) e il danneggiamento mezzo incendio (un ripetitore incendiato affiancato dalla scritta “Spegnere le antenne risvegliare le coscienze”) è stato dichiarato il “non luogo a procedere”. Quattro compagnx sono statx proscioltx da ogni accusa.
I 14 detenuti ammazzati nelle carceri nel marzo 2020 e quelli torturati nel carcere di Santa Maria Capua Vetere nell’aprile dello stesso anno, invece, continuano a gridare vendetta. Mai come ora, mentre si consuma in diretta mondiale il genocidio della popolazione palestinese per mano dello Stato di Israele con la complicità delle democrazie occidentali, è chiaro quanto la violenza assuma nella narrazione del potere un valore differente a seconda di chi la attua: viene chiamata terrorismo quando parte dal basso, quando è diretta contro gli autori di stragi, torture e devastazioni perpetrate dall’alto; viene chiamata democrazia quando è il massacro degli ultimi, così nelle carceri nel 2020 così come oggi nei territori di Gaza.

A FIANCO DEL POPOLO PALESTINESE E DI CHI CONTINUA A LOTTARE CONTRO LA VIOLENZA DEL POTERE, A OGNI LATITUDINE, DENTRO E FUORI LE GABBIE.
A FIANCO DI ANAN YAEESH, PRIGIONIERO PALESTINESE NELLE CARCERI ITALIANE PER CUI ISRAELE CHIEDE L’ESTRADIZIONE E DI TUTTX LX PRIGIONIERX PALESTINESI.
A FIANCO DI ILARIA, TOBIA, MAJA, GABRIELE E TUTTX LX ANTIFASCISTX IN CARCERE IN UNGHERIA O CON RICHIESTA DI ESTRADIZIONE.
A FIANCO DEX COMPAGNX ANARCHICX RINCHIUSI IN CARCERE O CON MISURE RESTRITTIVE IN OGNI PARTE DEL MONDO.
CON ALFREDO NEL CUORE E CONTRO LA TORTURA DEL 41 BIS

Bologna, febbraio 2024
Anarchiche e Anarchici

 

Qui il formato pdf: aggiornamenti

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Presidio contro la schedatura genetica – lun 19 febbraio h 17

A Bologna la caccia dei carabinieri del Ros al DNA anarchico continua. A tutti gli effetti si tratta del tentativo di realizzare una vera e propria schedatura su base ideologica: più DNA a disposizione significa più possibilità di sfornare indagini e processi.

Si parte da un fatto, avvenuto nell’estate 2022, un attacco incendiario ai danni di alcuni ripetitori, in opposizione alla guerra in Ucraina e alla imposizione del 41bis al compagno anarchico Alfredo Cospito. Il fatto, contestato a cinque compagni/e ha fatto da pretesto per una schedatura che coinvolge ben 19 persone, a loro volta fatte oggetto di sospetto perché, a vario titolo, coinvolte in lotte anarchiche o contro il 41bis.

Di fronte al ricatto del prelievo coatto ciascuna delle 19 persone ha dovuto scegliere, in base alle proprie possibilità e condizioni di vita, se cedere il proprio DNA o meno. Attualmente almeno tre persone hanno scelto di non collaborare in modo assoluto, di non subire il ricatto. Hanno scelto di non presentarsi all’appuntamento dato per il prelievo coatto, di non cedere quel microscopico pezzo di loro utile ad agevolare questa e successive sporche indagini. Verso di loro è quindi stato disposto un accompagnamento coatto. Volanti e sbirri sono stati sguinzagliati alla loro ricerca, prelevandoli/e da casa, o dal lavoro, trasportandoli/e in caserma, aprendone a forza la bocca alla presenza di ignoti avvocati di ufficio a far da garanzia legale a questa violenza.

Questi compagni/e hanno tutto il nostro sostegno. Nell’affermarlo ribadiamo la nostra opposizione:

– alla schedatura genetica, che sia o meno su base ideologica

– a pratiche ammantate di certezza scientifica, ma di fatto basate su calcoli di probabilità e il cui solo scopo è arrivare a condanne facili verso i soliti sospettati.

– a una tecno-scienza che ci identifica come codici parziali, usata come arma in mano a inquisitori tutt’altro che degni di fiducia.

 

Ancor più in questi tempi di guerra crediamo che la solidarietà e la lotta siano l’unico argine possibile contro chi uccide, sfrutta affama e reprime.

 

Solidali con chi ha subito il ricatto del prelievo forzato.

Complici con chi ha deciso di opporsi.

 

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Dom 25 feb – INCONTRO SULLX PRIGIONIERX PALESTINESI

Ne parleremo insieme a una compagna vicina alle esperienze e storie di vita di molti e molte palestinesi che hanno attraversato le carceri israeliane.

Avremo due ospiti palestinesi in collegamento dall’Egitto e dai territori occupati della Cisgiordania, due testimonianze che daranno voce alle loro esperienze di lotta e resistenza contro lo Stato sionista israeliano, a quello che sta succedendo oggi nella Palestina occupata dopo quasi 5 mesi dall’inizio del genocidio a Gaza.

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CICLO DI PROIEZIONI SULLA PALESTINA

Un ciclo di proiezioni e di autoformazione utili per comprendere la storia della Palestina occupata, le strutture di controllo e repressione del sistema coloniale sionista e alcune delle lotte portate avanti dal popolo palestinese e i suoi solidali contro Israele, in vista dell’incontro di domenica 25 febbraio:

INCONTRO SULLX PRIGIONIERX PALESTINESI. Forme di lotta e resistenza tra ieri e oggi dentro e fuori le carceri israeliane.

 

12 FEB – proiezione di THE LAW IN THESE PARTS

Un documentario di Ra’anan Alexandrowicz (2011) su come è stato costruito e modificato il sistema legale e giuridico sionista che regola la vita dei palestinesi sotto occupazione in Cisgiordania a partire da interviste fatte ai suoi stessi creatori.
Il film è in inglese e ebraico con sottotitoli in inglese.

19 FEB – proiezione di NAILA AND THE UPRISING

Un documentario di Julia Bacha (2017): a partire dalla storia di vita di Naila Ayesh, militante del Fronte Democratico per la liberazione della Palestina (FDLP), si racconta la Prima Intifada e il ruolo centrale che ebbe il movimento delle donne nella partecipazione di questo periodo di rivolta popolare.
Il film è in arabo e in inglese con sottotitoli in inglese.

21 FEB – proiezione di WOMEN IN STRUGGLE

Un documentario di Buthina Canaan Khoury (2004) che racchiude le testimonianze di quattro donne palestinesi arrestate dalle IOF tra gli anni ‘70 e ’80 per aver partecipato in vario modo alla lotta per la liberazione della Palestina.
Il film è in arabo con i sottotitoli in italiano/inglese.

6 MAR – proiezione di FEDAYIN. LA LOTTA DI GEORGES ABDALLAH

Un documentario realizzato dal collettivo Vacarme(s) (2021) sulla vita del comunista libanese Georges Abdallah che aderisce al Fronte Popolare per la liberazione della Palestina (PFLP) e dedica la sua vita alla lotta per liberazione del popolo arabo contro il sionismo e contro le complicità occidentali con Israele. Dal 1984 si trova in carcere in Francia.
Il film è in francese e arabo con sottotitoli in italiano.

**Tutte le proiezioni inizieranno alle 20.30.

Lo spazio sarà aperto dalle 19.30 con cena a offerta libera**

 

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Merc 7 Feb – Presentazione del libro “L’agnello ammazzerà il leone” di Margaret Killjoy

h. 19 Apericena benefit prigionierx

h. 20 Presentazione del libro: “L’agnello ammazzerà il leone” di Margaret Killjoy

La narrativa si basa sul porre domande. E la domanda che ho posto in questa storia, ovviamente, è: e se un gruppo di anarchicx in una città occupata evocasse un demone cervo per mangiare la gente?

Il libro è autoprodotto, stampato al ciclostile e rilegato D.I.Y. – il ricavato delle copie vendute va a sostenere le spese di chi sta in carcere.

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Domenica 4 Febbraio – PRESENTAZIONE DELL’OPUSCOLO “SABOTARE LA MACCHINA IMPERFETTA”

PRESENTAZIONE DELL’OPUSCOLO “SABOTARE LA MACCHINA IMPERFETTA”

In un contesto in cui le misure di controllo e repressione si stanno rafforzando e affinando, con nuovi decreti e accordi internazionali, alla luce dell’intensificarsi dei dispositivi di infantilizzazione, disciplinamento e tortura delle persone migranti, abbiamo deciso di invitare lx compagnx siciliane a presentare l’opuscolo “Sabotare la macchina imperfetta. Deportazioni e resistenze dentro e oltre il CPR di Pian Del Lago di Caltanissetta”.
Riteniamo importante creare un momento di confronto con l’obiettivo di costruire legami di complicità tra territori, condividere esperienze e strumenti di solidarietà con chi lotta dentro e fuori i centri di accoglienza e di rimpatrio.

Domenica 4 febbraio alle 17 al centro di documentazione anarchico Il Tribolo, in via Donato Creti 69/2.

A seguire aperitivo e cena benefit cassa di mutuo soccorso sicula.

Alcunx nemici di tutte le frontiere

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Mercoledì 31 Gennaio – CENA BENEFIT INGUAIATX CON LA LEGGE + AGGIORNAMENTI

 

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AGGIORNAMENTI SULL’INCHIESTA PER 270BIS IN CORSO TRA BOLOGNA E IL TRENTINO

La procura di Bologna avanza nell’inchiesta per 270bis contro 19 compagne e compagni anarchici di Bologna e del Trentino, procedendo questa volta con la richiesta coatta di DNA firmata dalla GIP Roberta Malavasi.

A metà novembre 2023 le abitazioni delle stesse 19 persone erano state perquisite ed era stato richiesto a tutti di sottoporsi a prelievo volontario del DNA. Al rifiuto di (quasi) tutti e tutte le indagate di rilasciare il proprio DNA, la procura ha celermente provveduto con una richiesta di prelievo coattivo di campioni biologici.

Brevemente ricordiamo che tra i/le 19 compagni/e sotto indagine, 11 sono accusati/e di associazione con finalità di eversione dell’ordine democratico (270bis), e vari fatti specifici, ovvero: il tentato danneggiamento di alcuni mezzi della MARR, l’ incendio di alcuni ripetitori, l’interruzione di una messa, l’occupazione di una gru e il blocco di una via con dei cassonetti incendiati; su di essi non ha senso entrare nel merito, se non per dire che sono gesti che riteniamo giusti e assolutamente comprensibili all’interno del clima di lotta in cui si sono espressi, ovvero nell’ambito della mobilitazione di solidarietà al fianco di Alfredo Cospito contro il 41 bis.

Altre 8 persone tra i/le perquisiti/e risultano indagati/e unicamente per la partecipazione al presidio solidale svoltosi in occasione dell’occupazione di una gru nel centro di Bologna, dalla quale venne calato un lungo striscione con la scritta “IL 41 BIS UCCIDE, ALFREDO LIBERO, TUTTXLIBERX. MORTE ALLO STATO”.

In seguito alla repertazione da parte del ROS di alcuni materiali in corso di indagini, nel mese di luglio erano stati eseguiti sugli stessi degli accertamenti (irripetibili e non) dai RIS di Parma, in cerca di tracce biologiche e impronte digitali. Ad accertamenti conclusi, né i/le indagati/e né gli avvocati né il perito di parte (presente durante gli accertamenti) sono stati informati degli esiti di queste operazioni. Solo attraverso l’ordinanza di prelievo coatto siglata dalla GIP ne siamo venuti/e a conoscenza, scoprendo che le uniche tracce di qualche interesse investigativo sono state trovate “su di un accendino rinvenuto in prossimità del luogo dei fatti [in riferimento all’incendio dei ripetitori di Monte Capra], risultato appartenere (il profilo) ad un soggetto ignoto di sesso maschile”. Per questo fatto specifico sono indagati/e solo 5 tra i/le 19 compagni/e, ma il prelievo viene imposto per tutti/e poiché, sostiene la giudice, è assolutamente necessario verificare “se l’accendino rinvenuto sul luogo dell’attentato incendiario sia riconducibile direttamente o indirettamente (per le donne) agli attuali indagati o agli altri soggetti appartenenti alla galassia anarco-insurrezionalista che ha rivendicato l’attentato”.

Crediamo non serva essere esperti di diritto per capire che in questa vicenda il prelievo coattivo del DNA abbia solo in parte a che fare con la costruzione del “colpevole”, ma rappresenti piuttosto un pericoloso precedente nel normalizzare l’opera di schedatura genetica su base ideologica.

Se nella repressione anarchica e non solo questo tipo di modalità risulta tutt’altro che innovativa (con rocamboleschi furti di spazzolino e caccia tra mozziconi di sigarette), crediamo che questo caso rappresenti un ulteriore, grave, avanzamento della repressione del dissenso tutto.

Il dato è chiaro, ovvero: “appartenere alla galassia anarco-insurrezionalista” è motivo sufficiente per essere indagati o comunque sospettati di ogni espressione manifesta di dissenso, e per esser ricondotti a questa galassia è elemento sufficiente partecipare ad una qualsiasi iniziativa pubblica.

Questo fatto non è un problema solo per noi anarchici/che, che di repressione ne abbiamo già subita tanta, ma è un problema per chiunque senta di dovere esprimere il suo disaccordo con delle monolitiche decisioni statali. Il cerchio in cui la repressione vuole rinchiudere i/le anarchici/che è da anni sempre più stretto. Non ce ne lamentiamo, semmai ci preoccupa molto constatare che il potere stia indiscriminatamente infilando in questa tenaglia repressiva non solo i pochi soliti sospetti, ma tutta una serie di persone che in qualche momento hanno sostenuto, ciascuna secondo il proprio sentire, un’istanza concreta.

Questa volta si tratta della permanenza o meno di un anarchico in un regime di tortura bianca, ma domani che altro?

In tempi di pandemia abbiamo assistito alla gestione autoritaria di ogni aspetto della nostra esistenza fin anche se e come curarci o tutelarci da un virus; quotidianamente vediamo dispiegarsi gli effetti più estremi della violenza patriarcale sistemica; dallo scoppio della guerra in Ucraina subiamo gli effetti indiretti del pericoloso vortice militarista in cui l’Italia è attivamente coinvolta e che in questi ultimi mesi, in Palestina, ha mostrato l’essenza cruda e semplice di ogni guerra: il genocidio di un intero popolo.

Di fronte a tutto ciò è davvero possibile continuare a sentirsi in salvo semplicemente perché ci si accontenta di vivere silenti le proprie sempre più misere vite?

Alcunx indigatx

Qui il pdf: AGGIORNAMENTI-270bis-Dna

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