Anna e Silvia in sciopero della fame

Pochi minuti fa nel Tribunale di Torino si è svolta la prima udienza per l’occupazione di c.so Giulio 45. Dietro a uno schermo era presente anche SILVIA, in videoconferenza, che ha comunicato l’inizio per lei e ANNA, detenute a l’Aquila, di uno SCIOPERO DELLA FAME. Questa lotta ha l’obiettivo di contrastare le condizioni a cui sono sottoposte equiparabili al 41 bis e la chiusura della sezione in cui sono detenute. Hanno bisogno di TUTTA LA NOSTRA FORZA. Il presidio davanti al Tribunale intanto continua.

Qui di seguito il testo del comunicato letto in aula:

“Ci troviamo da quasi due mesi rinchiuse nella sezione AS2 femminile de L’Aquila, ormai sono note, qui e fuori, le condizioni detentive frutto di un regolamento in odore di 41bis ammorbidito.
Siamo convinte che nessun miglioramento possa e voglia essere richiesto, non solo per questioni oggettive e strutturali della sezione gialla (ex-41bis): l’intero carcere è destinato quasi esclusivamente al regime 41bis, per cui allargare di un poco le maglie del regolamento di sezione ci pare di cattivo gusto e impraticabile, date le ancor più pesanti condizioni subite a pochi passi da qui, non possiamo non pensare a quante e quanti si battono da anni accumulando rapporti e processi penali. A questo si aggiunge il maldestro tentativo del DAP di far quadrare i conti istituendo una sezione mista anarco-islamica, che si è concretizzato in un ulteriore divieto di incontro nella sezione stessa, con un isolamento che perdura.
Esistono condizioni di carcerazione, comune o speciale, ancora peggiori di quelle aquilane. Questo non è un buon motivo per non opporci a ciò che impongono qui.
Noi di questo pane non ne mangeremo più: il 29 maggio iniziamo uno sciopero della fame chiedendo il trasferimento da questo carcere e la chiusura di questa sezione infame.”
Silvia e Anna

Un coup de dés – sull’interruzione dello sciopero della fame

Che la vita sia una partita a dadi contro il destino lo scrisse un poeta, che agli anarchici piaccia giocare lo sappiamo. Una prima partita l’abbiamo conclusa. Un mese per tastare il terreno ed annusare i confini della gabbia, un mese di sciopero della fame per far capire che siamo materiale difficile da inscatolare.
Al trentesimo giorno sospendiamo con il proposito di tornare con maggior forza. Un primo bilancio positivo è nella solidarietà viva, spontanea, immediata dentro e fuori le carceri, che ha sollevato chiaro e forte il problema.
Da dentro: un mese in sciopero anche Marco e Alfredo in AS2 ad Alessandria e Ferrara, a cui si è aggiunta Natascia al suo arrivo a Rebibbia e con cui abbiamo proseguito una volta arrivata qui, poi altri compagni, Stecco, Ghespe, Giovanni, Madda, Paska e Leo.
Da vicino: abbiamo sentito le battiture dal 41bis femminile e maschile aquilani, musica che rompe il silenzio di questa fortezza montana e a cui abbiamo risposto e continueremo a rispondere finché dureranno, solidali con quante e quanti subiscono da anni sulla propria pelle questo regime infame.
Da fuori: azioni dirette, incursioni informative, azioni di disturbo in giro per l’Italia e nel mondo hanno fatto da megafono a qualcosa che non è un gioco: differenziazione carceraria, circuiti punitivi, affinamento delle strategie repressive, in chiave anti-anarchica e non solo. Non è nulla che non conoscessimo e manteniamo la consapevolezza che dentro come fuori le scintille pronte a propagarsi sono ovunque, questo ci dà forza e determinazione.
È solo un inizio che speriamo sia stato un’iniezione di fiducia nelle potenzialità e nella forza che portiamo, dentro e fuori, con noi.

L’Aquila, 28 Giugno 2019
Silvia, Natascia, Anna

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