Presidio solidale con i ribelli del 15 ottobre a Roma e del 7 maggio al Brennero – Lunedì 15 ottobre

LO SPIRITO DELLA RIVOLTA BRUCIA ANCORA

15 ottobre 2011. Durante la manifestazione degli indignati a Roma esplode la rabbia. Un’ oceanica manifestazione dai toni pacifici diventa l’opportunità per rivoltarsi contro i simboli del potere politico ed economico: banche, negozi e caserme vengono attaccate, e con esse gli sbirri che si schierano a loro difesa. Lo Stato perde il controllo del centro della sua capitale, la normalità viene interrotta per un breve ma intenso momento, gli scontri dilagano a due passi dai palazzi del potere. La gente, avuta notizia della rivolta in corso, accorre dalle periferie e alimenta la rivolta, perché in essa vede l’opportunità di rivalsa di fronte alla miseria del quotidiano.

7 maggio 2016. Brennero, sul confine fra Austria e Italia, centinaia di persone decidono di opporsi alla chiusura della frontiera annunciata dall’Austria per fronteggiare l’aumento del traffico di migranti irregolari. Durante la giornata gli scontri con la polizia portano al blocco del valico, interrompendo il traffico ferroviario e automobilistico di un punto nevralgico della circolazione transfrontaliera. Se le persone non possono passare allora che pure le merci vengano bloccate. Di fronte all’assurdità del potere e della sua oppressione, si trattava di contrastare l’ennesimo tassello del mosaico reazionario e di opporsi a un sistema in cui la struttura economica prevarica gli individui. La chiusura delle frontiere era ed è un segno dei tempi, fatti di lager per senza-documenti, di respingimenti e morti in mare, di irreggimentazione della popolazione migrante, di razzismo di Stato, di guerra ai poveri. Quando un sistema è nocivo e deleterio, quando abbrutisce e uccide, va combattuto e abbattuto.

Per la rivolta del 15 ottobre, a Roma, a gennaio, si aprirà l’appello per 15 imputati. Già prima di loro 4 persone sono state condannate per devastazione e saccheggio.

Per la manifestazione del Brennero il 12 ottobre, a Bolzano, 63 imputati andranno a processo per devastazione e saccheggio e ad essi altrettanti se ne aggiungeranno per un secondo filone giudiziario

In entrambi i casi lo Stato non processa tanto per i danneggiamenti o la resistenza opposta alla polizia, ma per aver dimostrato come la rivolta, anche a fronte dei tempi bui che viviamo e dell’apatia che ci circonda, è una possibilità ancora attuale, un fatto possibile. In quelle giornate gli sfruttati decisero di non sbandierare solo la loro rabbia, ma di riversarla nelle strade e indirizzarla assieme verso i reali responsabili della loro condizione: i padroni e chi li difende. In tempi di guerra tra poveri fomentata da retoriche razziste, è più che mai importante rivendicare lo spirito di certe giornate e restare a fianco di compagni, compagne e di chi affronta la repressione a testa alta.

ROMA 2011, BRENNERO 2016, SOLIDALI E COMPLICI CON CHI SI RIBELLA!

CONTRO AUTORITÀ E REPRESSIONE TRASFORMIAMO L’INDIGNAZIONE IN RABBIA!

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